C’è un punto del corridoio di Eduwork in cui il tempo sembra rallentare. È lo stesso corridoio che ogni giorno vede passare studenti con la tuta da saldatore, insegnanti con lo sguardo deciso, e sogni ancora da plasmare. In quell’angolo, tra le pareti che raccontano di tecnologia e futuro, ci sono io.
Mi chiamo Eddy e sono nato dalle mani di Manuel Sellitto, un ragazzo di 23 anni con lo sguardo curioso e il cuore saldo come l’acciaio. Un giorno, in laboratorio, tra una saldatura e l’altra, ha deciso di darmi forma. “Voglio creare qualcosa che resti”, ha detto. E io sono rimasto!
Ma oggi non voglio parlare di me. Voglio raccontarvi la sua storia, una di quelle che custodisco gelosamente.
La scintilla che ha cambiato tutto
Manuel arriva da Siano, in provincia di Salerno. La sua prima scelta? Un istituto professionale per l’Agricoltura. Non era il sogno della vita, ma era vicino casa, e lì ha imparato una cosa che ancora oggi porta con sé: lavorare in squadra.
Poi, dai 18 ai 22 anni, la sua quotidianità si è spostata tra le linee di produzione di un’industria conserviera. Pulizia, manutenzione, piccole riparazioni. “Facevo il mio dovere, ma cercavo anche di farmi notare – mi ha raccontato una volta – perché la meccanica mi è sempre piaciuta”.
Un giorno, la svolta: un’azienda esterna, nuove prospettive, una proposta che però non arriva. “Cerchiamo solo figure formate da scuole specializzate”, gli dissero. E lì, qualcosa scattò.
Così Manuel arrivò da noi, a Eduwork.
Il giorno dell’inaugurazione venne con suo fratello Christian. Si guardarono intorno, e nei suoi occhi subito la “scintilla”. “Scuola nuova, aule super tecnologiche, un team di professionisti”, mi disse tempo dopo. “Mi sono sentito nel posto giusto”.
Sei settimane. Solo sei settimane, e Manuel non era più solo uno studente: era una promessa. Dopo due mesi, entrò di nuovo in aula. Ma stavolta con un’altra divisa: quella del trainer junior.
La responsabilità di insegnare è grande – dice – ma questa scuola mi ha dato gli strumenti giusti. E io voglio trasmettere la stessa passione a chi oggi è al posto dove sedevo io.
E la passione, fidatevi, ce l’ha davvero. Per la saldatura. Per l’arte. Per le persone.
Già, perché Manuel non è solo un saldatore. È un artista del metallo, un costruttore di carri allegorici per il Carnevale del suo paese, un volontario della Protezione Civile, un animatore di eventi per bambini. Uno di quelli che quando passa… lascia il segno.
E io? Beh, io sono il segno che ha lasciato qui. Un pupazzo di ferro, sì. Ma anche un simbolo.
Sono nato con un’anima, la sua. E ogni giorno, mentre lo vedo entrare in aula come trainer, capisco che ci sono storie che non finiscono mai. Si trasformano, cambiano punto di vista… ma continuano a saldarsi alla bellezza di chi sceglie di non restare fermo.
Ecco, questa è la storia di Manuel. Una storia fatta di coraggio, passione e metallo fuso.
E chissà, magari la prossima sarà la tua…
– Eddy